Pecorino del Parco di Migliarino San Rossore
È un formaggio dolce a pasta tenera o semidura, ricavato esclusivamente da latte di pecora in...
Le Clementine di Calabria, nelle varietà Comune, Fedele, Hernandina, Marisol, Nules, Spinosa, SRA 63 e Tardiva sono coltivate su terreni di medio impasto in impianti che presentano una densità massima pari a 1200 piante per ettaro. La forma di allevamento prevalentemente è quella della chioma piena, con disposizione delle piante a rettangolo. Inoltre le piantagioni di Clementina devono essere ubicate lontano da quelle del mandarino ad una distanza tale da evitare l'impollinazione incrociata che porterebbe alla produzione di frutti con semi. La produzione unitaria massima è di 350 q.li per ettaro. Per la loro conservazione si ricorre alla refrigerazione in apposite celle alla temperatura di 4-6 gradi.
La Clementina presenta un epicarpo liscio di colore arancione scuro. Preenta numerose ghiandole oleifere. La polpa è molto succosa, deliquescente e aromatica di colore arancione, con rarissimi semi. La forma è sferoidale lievemente schiacciata ai poli. Il calibro è del diametro minimo di 16, 18 mm.
Coppi S. Coop. Srl
Zona industriale San Pietro Lamentino
88040 Lamezia Terme
Zone di produzione: Catanzaro, Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia
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a Roma Nord, nel cuore del Fleming
18.30 - 20.300
Classificazione:
La clementina (Citrus x clementina) è un agrume, frutto di una pianta ottenuta attraverso l'ibridazione del mandarino e dell'arancio.
Sembra che i primi ibridi siano stati ottenuti in Algeria, ma i dati sulla persona che li effettuò non sono univoci. Secondo alcune fonti l’incrocio sarebbe stato fatto casualmente, intorno al 1940, da un certo padre Clément Rodier del convento di Missergin nei pressi di Orano. Altre fonti danno per certo che l’intervento sia stato mirato ed effettuato alcuni decenni prima da un sacerdote, tale Pierre Clément, per cui rimane qualche incertezza sul Clément che realmente ha dato nome a questo frutto. Si fa strada inoltre la convinzione che l’ibrido sia molto più antico e provenga dalla Cina o dal Giappone; il religioso algerino l’avrebbe solo introdotto nel Mar Mediterraneo.
Dopo le prime ibridazioni agli inizi del secolo XX, fu presto evidente che si trattava di una nuova specie di citrus, dato che le caratteristiche rimanevano inalterate nel tempo e la riproduzione sistematica dell’agrume non dava alcun problema. Dopo decenni di coltivazione sperimentale i frutti conservavano le qualità dei primi ibridi, ed erano sempre più richiesti dal consumatore. Dal 1940 sono uno degli agrumi stabilmente presenti sul mercato italiano e, negli ultimi decenni, i frutti più venduti dopo le arance.
DOP = Denominazione di origine Protetta
IGP = Indicazione Geografica Protetta
STG = Specialità Tradizionale Garantita
Descrizioni ed informazioni tratte da Slowfood, Qualivita, Agraria.org