Civraxiu
È un pane voluminoso, di base circolare, con crosta croccante e mollica morbida, che raggiung...
Fino al secondo dopoguerra, nel Polesine, nel Trevigiano e nel Veneziano si cucinava una polenta bianca. Considerata di maggior pregio, divideva geograficamente la pianura e la collina dalla montagna, dove era diffusa quella gialla, più rustica e più adatta alle condizioni agronomiche e pedologiche. Il mais utilizzato è il Biancoperla, una popolazione locale acclimatatasi in questa parte della pianura veneta da tempo: Giacomo Agostinetti, agronomo di Cimadolmo, nei suoi Cento e dieci ricordi che formano il buon fattor di villa, editi a fine Seicento, segnala la presenza diffusa di un sorgoturco bianco, specie nei “quartieri della Piave”. La sua massiccia diffusione si colloca nella seconda metà dell’Ottocento, grazie anche alla sua maggiore conservabilità. Le pannocchie sono affusolate, allungate, con grandi chicchi bianco perlacei e brillanti, vitrei, si ricava la polenta bianca “di Treviso”, fine, delicata e saporita. Negli anni Cinquanta le varietà ibride farinose, più produttive, soppiantarono le coltivazioni ottenute dalle varietà a impollinazione libera come il Biancoperla, dalle rese più basse. Alcuni coltivatori, in particolare l’azienda Bellio di Silea, continuarono a coltivare il Biancoperla conservandone la semente che oggi, grazie al lavoro di selezione dell’Istituto di Genetica e Sperimentazione Agraria Strampelli di Lonigo, sono state recuperate e nuovamente coltivate da un gruppo di agricoltori riuniti in un’associazione con sua sede presso l’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura e l’Ambiente “Conte di Cavour” di Castelfranco Veneto.
L’obiettivo del Presidio è migliorare la qualità della farina di mais Biancoperla e diffonderne la conoscenza. In particolare sarà valorizzata la macinazione a pietra – già praticata in passato – che esalta le ottime qualità organolettiche del prodotto.
Presidio sostenuto da
Regione Veneto, Veneto Agricoltura
Responsabili del Presidio
Gino Bortoletto, tel. 338 1313009 - info@slowfoodtv.com
Renato Ballan, tel. 0423 494219 - castelfranco@ipsaa.it
Zone di produzione: Province di Treviso, Padova e Venezia.
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a Roma Nord, nel cuore del Fleming
18.30 - 20.300
Classificazione:
La polenta bianca si accompagnava a diversi piatti e nelle campagne si usava consumarla con il latte freddo, ottenendo una sorta di semolino: i patugoi o pestarei nell’area collinare e pedemontana, i tacoi della pianura. Ideale e insuperabile il suo abbinamento con i piatti di pesce povero di fiume e di laguna: marson, schie, moeche, masenete, gamberi, baccalà nelle sue diverse preparazioni. Sono quasi fattori di identità culturale, specie nelle aree collinari, due piatti: polenta e speo e polenta e osei.
DOP = Denominazione di origine Protetta
IGP = Indicazione Geografica Protetta
STG = Specialità Tradizionale Garantita
Descrizioni ed informazioni tratte da Slowfood, Qualivita, Agraria.org