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Purtroppo non ci sono notizie certe sull’origine di questo vitigno.
Alcuni documenti lo citano a partire dal ‘500.
Nelle tariffe doganali di Pancalieri del 1517 sono registrate le carrate di fresearum, considerate di gran pregio.
Nel 1692 Pietro Francesco Cotti scrive di aver piantato delle Freise in un fossale del Brichetto, in quel di Neive,
Ancora nella cantina di Lu nel 1760 si parla chiaramente dell’acquisto di barbatelle di Freisa e sempre nel medesimo luogo si parla di vino Freisa.
Il primo a descriverlo fu il conte Nuvolone sul “Calendario Georgico della Società Agraria di Torino”.
Alla fine degli anni ’80 del 1800 compare come uno dei principali vitigni piemontesi nell’Album ampelografico, compilato da una commissione di esperti presieduta dal Conte Giovanni di Rovasenda, forse il più illustre ampelografo piemontese dell’800, riconosciuto anche a livello europeo.
La Freisa è coltivata nelle zone di Asti, di Cansale nel Monferrato, di Chieri, di Alba e in piccole quantità sulle colline del Pinerolo.
Altre informazioni: Dalle uve di Freisa, vinificato in purezza, si ottiene un vino dal bel colore rubino, un profumo fine che ricorda il lampone e la viola. Spesso le sue uve vengono adottate per ricavare anche vini dolci, o frizzanti. Alcuni produttori stanno sperimentando vinificazioni di freisa che prevedono l'affianamento di medio periodo nel legno con buoni risultati sul prodotto finale.
E' possibile eseguire anche una ricerca in ordine alfabetico se non si è sicuri dell'origine di un vitigno in prticolare, oppure utilizzare questo modulo per inserire la parte iniziale del nome:
Le informazioni sulle origini e caratteristiche dei vitigni sono state tratte dalle seguenti fonti:
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