Pitta ‘mpigliata
È un dolce di origine popolare, a base di frutti raccolti alla fine dell’annata agraria...
Le materie prime sono il latte di pecore (3/4) e di capre (1/4) di razze locali, per lo più tenute al pascolo e alimentate con foraggi integrati da granaglie aziendali, caglio in pasta, sale da cucina.
Il latte della mungitura serale e mattutina viene messo in caldaio di rame stagnato e portato a circa 38°- 40° C, aggiungendovi caglio in pasta. Coagula in 30 minuti, dopo una rottura della cagliata molto fine, la si "convoglia" con le mani facendola depositare sul fondo. Quando è ben rappresa si mette nelle "fruscelle", spurgandola e pressandola per eliminare il siero. La salatura si effettua a secco per 2 giorni.
Il periodo di produzione va da aprile a settembre.
Zone di produzione: Comprensorio del Massiccio del Matese.
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a Roma Nord, nel cuore del Fleming
18.30 - 20.300
Classificazione:
Le forme vengono poste a stagionare sulla"cascera" in ambiente fresco e aerato, per almeno due mesi, lavate e rivoltate periodicamente.
Durante questo periodo, le forme vengono unte con olio e aceto.
DOP = Denominazione di origine Protetta
IGP = Indicazione Geografica Protetta
STG = Specialità Tradizionale Garantita
Descrizioni ed informazioni tratte da Slowfood, Qualivita, Agraria.org