Formaggio agordino di malga
Casél, nostrano o semplicemente formai (formaggio): sono i nomi usati dai casari dell’A...
Il nome scientifico Prunus armeniaca, trae in inganno: infatti le albicocche non sono originarie dell'Armenia ma della Cina dove erano note già 2000 anni prima di Cristo.
Fu probabilmente grazie ad Alessandro Ma-gno che si diffuse nel mondo occidentale.
Columella, nel "De re rustica" (I secolo d. C.) parla di una varietà precoce " arbor precox" da cui deriva il nome albicocco appunto.
Le sue qualità sono ottime per combattere l'anemia, i disturbi della gola e l'afonia come ci insegnano gli Arabi.
Cultivar locale, selezionata nei primi anni del 1900. La cultivar di albicocca Valleggia viene citata in Enciclopedia Agraria Italiana (R.E.D.A.) del 1952.
Veniva commercializzata oltre che sui mercati nazionali anche all'estero (Germania, Svizzera).
Attualmente viene inviata al mercato ortofrutticolo locale e all'industria alimentare.
I portainnesti usati dai produttori per l'albicocca Valleggia sono tre e precisamente: Franco di albicocco, Franco di pesco, Mira-bo-lano di susino.
Zone di produzione: Litorale savonese tra Varazze e Albenga
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a Roma Nord, nel cuore del Fleming
18.30 - 20.300
Classificazione:
L'albicocco Valleggia è una pianta vigorosa, longeva e rustica, con produzione costante, anche per la caratteristica della fioritura tardiva e graduale. Ha una buona adattabilita' all'ambiente.
Frutto dalla polpa soda, dolce e leggermente aromatica, presenta una buona resistenza ai trasporti e alle manipolazioni.
Ha un epicarpo di colore arancio, sottile e liscio, con puntinature rosso mattone. Gli albicoccheti si trovano sia lungo la fascia costiera che sulla collina retrostante sino ad altitudine di circa mt. 300.
DOP = Denominazione di origine Protetta
IGP = Indicazione Geografica Protetta
STG = Specialità Tradizionale Garantita
Descrizioni ed informazioni tratte da Slowfood, Qualivita, Agraria.org