Clementina del Golfo di Taranto
Le prime introduzioni di specie agrumarie nel territorio della provincia di Taranto si possono far r...
La Val di Resia comincia a Resiutta, un piccolo paese collocato all’imboccatura stretta e angusta della vallata che, dopo alcune curve, si apre improvvisamente e sale fino alle pendici del Monte Canin. Lungo la strada che costeggia il torrente si incontrano sei frazioni: San Giorgio, Prato di Resia, Oseacco, Gniva, Stolvizza e Coritis, quella più in alto, poco distante dalla cima del massiccio. Tutte insieme non contano più di 1500 abitanti, depositari di cultura e tradizioni millenarie.
In questo angolo di Friuli, incuneato tra Austria e Slovenia, si parla una lingua di matrice paleoslava incomprensibile solo pochi chilometri più a valle. Forse una piccola comunità proveniente dalle steppe dell’est - una parte del torrente barbarico che dilagò nella penisola nel primo millennio - si stabilì in questa vallata chiusa e protetta e, lontana da contaminazioni, sviluppò un proprio linguaggio. Anche la musica, le danze, gli abiti, il Püst, cioè il carnevale, sono originali e unici. Ma nonostante i limiti orografici, gli abitanti di Resia sono sempre stati viaggiatori: molti di loro erano arrotini oppure ambulanti e contadini. Tutti quanti - gerla sulle spalle - valicavano a piedi le montagne per trovare lavoro, o per vendere legumi e ortaggi sui mercati di Lubiana, Udine, Trieste, Vienna e delle altre piccole cittadine dell’Impero Austro-Ungarico.
L’isolamento geografico ha consentito la conservazione di un’interessante biodiversità vegetale: sia l’aglio - che i Resiani chiamano strok - sia i fagioli e il mais della vallata sono stati oggetto di studio da parte della Facoltà di Agraria dell’Università di Udine. Sono state individuate una specifica varietà di aglio e ben trenta diversi ecotipi di fagiolo.
Con la collaborazione del Comune di Resia e del Parco Naturale delle Prealpi Giulie, che comprende nel suo territorio gran parte della valle di Resia, è stato avviato un progetto di valorizzazione dell’aglio locale che è di grande qualità, molto aromatico, con bulbi piccolini a tunica rossastra, ognuno dei quali ha 6/8 spicchi, ed è privo di spicchi centrali. Un tempo nelle serate estive - dopo il raccolto che avveniva tra la fine di luglio e la prima decade di agosto - si intrecciavano lunghe reste che venivano appese fuori dalle case e consumate a poco a poco. Oggi l’aglio è confezionato in piccoli mazzetti da 4-5 bulbi e si conserva anche per un anno. Lo strok è particolarmente adatto alla produzione di salumi perchè è dolce, privo dell’aroma a volte acre delle varietà più comuni. Le coltivazioni della vallata sono naturali, la concimazione avviene con letame bovino e solo raramente servono trattamenti antiparassitari. Il Presidio è nato per valorizzare questo piccolo patrimonio di biodiversità: l’unica strada possibile per dare un futuro alla comunità resiana, per evitare l’emigrazione dei suoi abitanti alla ricerca di un lavoro nelle industrie della carta o dell’elettronica, e per dare vitalità a un’area protetta che non vuole essere un semplice museo naturale. Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Imont (l’Istituto sulla Montagna che si occupa per conto del Ministero dell’Istruzione dello sviluppo delle aree marginali di montagna).
Presidio sostenuto da
Cirmont, Centro Internazionale di Ricerca per la Montagna Parco Naturale delle Prealpi Giulie, Comune di Resia
Responsabili del Presidio
Stefano Santi (Parco Regionale Prealpi Giulie), tel. 0433 53534
direzione@parcoprealpigiulie.org
Manuela Croatto (Cirmont) tel. 0433 467124 cirmont@cirmont.it
Cristina Buttolo (Comune di Resia), tel. 0433 53001
Zone di produzione: Val di Resia (provincia di Udine).
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a Roma Nord, nel cuore del Fleming
18.30 - 20.300
Classificazione:
DOP = Denominazione di origine Protetta
IGP = Indicazione Geografica Protetta
STG = Specialità Tradizionale Garantita
Descrizioni ed informazioni tratte da Slowfood, Qualivita, Agraria.org