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Si ritiene che la presenza del vitigno Trebbiano nell'Italia centrale risalga all'epoca romana, anche se non esistono certezze storiche. Plinio infatti, descrive un 'Vinum Trebulanum', il cui nome secondo il Prof. Franco Cercone è dato dall'aggettivo trebulanus, derivante dal sostantivo trebula, con il significato di casale o fattoria, ma non è certo che questo si riferisse anche al vitigno. Il termine Trebbiano, secondo la sua etimologia, indica quindi in via generale un vino bianco locale, che oggi definiremo 'paesano' o 'casereccio', prodotto nei vari poderi o fattorie di campagna per l'uso degli stessi contadini. Ma il Prof. Mariano Corino, curatore della traduzione dell'opera De Naturali Vinorum Historia de Vinis Italiae del Bacci, fa spesso riferimento al vino Trebulano proveniente da Trebula, oggi Treglia, in Campania.
La presenza storica del Trebbiano in Abruzzo risale al 1550 e si rileva più tardi anche nella monografia di Raffaele Sersante del 1856, che ricorda come questa varietà fosse largamente diffusa e nota, non solo nel mondo rurale, con la designazione di 'uva passa'.
Oggi un gran numero di vitigni portano il nome di Trebbiano, sovente accompagnato da un nome geografico che dovrebbe indicare il luogo di origine o di maggior diffusione, ma tentare di descriverne le differenze fra i vari cloni è impresa assai ardua. Infatti per molti anni il Trebbiano Abruzzese è stato confuso con il Bombino Bianco, tanto che nel disciplinare di produzione del Trebbiano d'Abruzzo è riportato tutt'oggi che il vino "deve essere ottenuto dalle uve provenienti da vigneti composti dai vitigni Trebbiano d'Abruzzo (Bombino Bianco) e/o Trebbiano Toscano ...".
Altre informazioni: Il Trebbiano Abruzzese, iscritto nel catalogo nazionale delle varietà nel 1994 (D.M. 24.11.1994), appartiene quindi alla grande famiglia dei Trebbiani e, come afferma Giancarlo Moretti nel volume Il Trebbiano d'Abruzzo, è molto vicino alla tipologia Biancame, un biotipo del Trebbiano Toscano. Nel complesso il Trebbiano presente in Abruzzo (circa 14.000 ettari) ha grappolo grande più o meno alato, compatto o molto compatto, a forma piramidale. È un vitigno a germogliamento medio-tardivo, così come la maturazione che, nel Toscano, è leggermente anticipata rispetto all'Abruzzese (indicativamente dal 20 settembre al 10 ottobre). Si ottengono vini di colore giallo paglierino, più o meno carico, con riflessi appena verdognoli, profumi più o meno intensi ed abbastanza persistenti di frutta e fiori, con tipico retrogusto di mandorla amara. Eccellenti sotto il profilo olfattivo e gustativo sono i vini ottenuti con l'uso di affinamento in legno, sia in botti piccole che in tini di maggiori dimensioni.
E' possibile eseguire anche una ricerca in ordine alfabetico se non si è sicuri dell'origine di un vitigno in prticolare, oppure utilizzare questo modulo per inserire la parte iniziale del nome:
Le informazioni sulle origini e caratteristiche dei vitigni sono state tratte dalle seguenti fonti:
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