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Tintilia è il nome di un vitigno autoctono molisano tipico delle zone collinari dell'entroterra. Abbandonato in passato per varietà quantitativamente più feconde, è attualmente al centro di un'interessante opera di valorizzazione. Una delle espressioni più autentiche dell'enologia molisana la varietà autoctona Tintilia fu introdotta nella seconda metà del Settecento, durante la dominazione borbonica, in virtù dei commerci tra il Regno di Napoli e la Spagna. Il suo nome deriva probabilmente dall'etimo tinto, aggettivo con cui in spagnolo si definiscono i vini rossi in quanto rappresentativo delle caratteristiche cromatiche di questa uva che presenta un colore rosso scuro.
Altre informazioni: La Tintilia presenta colore rosso rubino intenso, al naso rivela sentori di frutti di bosco e radice di liquirizia su un fondo di vaniglia, in bocca è caldo con tannini in evidenza. L'acidità è sostenuta, poiché il vitigno è coltivato a quote abbastanza elevate. La Tintilia dà il meglio di sé accostata a ricchi piatti come: pasta al ragù, polenta, carni rosse grigliate, cotte sui carboni e al forno, sopressata, pecorino, costolette d'agnello farcite "cace e ova" (formaggio e uova), cotte in forno a legna, torcinelli arrostiti, un'appetitosa ricetta a base di frattaglie di agnello.
E' possibile eseguire anche una ricerca in ordine alfabetico se non si è sicuri dell'origine di un vitigno in prticolare, oppure utilizzare questo modulo per inserire la parte iniziale del nome:
Le informazioni sulle origini e caratteristiche dei vitigni sono state tratte dalle seguenti fonti:
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a Roma Nord, nel cuore del Fleming
18.30 - 20.300