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Si tratta di un vecchio vitigno proveniente dalle vallate del Cividalese, diffusosi poi nelle colline del distretto di Maniago, a Meduno, Navarons e nella zona di Vito d’Asio. Ora si trova ancora mescolato nei filari fra altre varietà. Pare che uno dei motivi che hanno ridotto la coltivazione del Cividino sia connessa con la poca resistenza del vitigno allo oidium. Ne secolo scorso infatti, le varietà meno resistenti scomparvero rapidamente e nessuno si curò di diffonderle di nuovo. Dà un vino delicato e profumato, già apprezzato nel ‘600 e ‘700. Vino da antipasti o ideale con salumi, prosciutto, pesce di lago, carni bianche, risotti alle erbe, frittate d’erbe.
Nel canto corale “Bacco in Friuli” G.B. Michiele dice: “E se penso al Cividino
mi si aguzza l’appetito
che egli è un vino
che può bersi a tazze piene, sulla sera e sul mattino,
e corona ogni convito”.
Altre informazioni:
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Le informazioni sulle origini e caratteristiche dei vitigni sono state tratte dalle seguenti fonti:
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a Roma Nord, nel cuore del Fleming
18.30 - 20.300