(+39) 06 3338768
Prenota anche con Whatsapp o Telegram!
L’origine di questo vitigno si perde nella notte dei tempi, così come non si conosce con esattezza la sua zona d’origine. Purtroppo non esistono che vaghi ricordi e testimonianze frammentarie che però lo legherebbero già fin dal ‘400 al Roero, oggi terra privilegiata nella coltivazione di questo prezioso, quanto misterioso vitigno, che negli ultimi anni ha conosciuto nuove fortune e un notevole rilancio.
Nel 1478 il toponimo Renesio (Reneysium), che indicherebbe un’altura alle spalle di Canale, compare in maniera casuale nel testamento di Domenico Roero, consignore di Canale, il quale garantisce alla figlia Giacobina la dote, vincolando alcuni beni, fra cui proprio una vigna ad Reneysium. A quanto pare il toponimo era già consolidato nella zona, quasi sicuramente precedente alla presa di possesso del feudo da parte dei Roero, avvenuta un secolo prima.
Nulla però vieta di credere che sia avvenuto il contrario e cioè che proprio la presenza di una vigna di Reneysium abbia dato il nome alla collina. Sarebbe questo fatto a designare il Roero come una delle zone di origine.
Ma bando alle ipotesi, affidiamoci a documenti più attendibili, che testimoniano la presenza dell’Arneis nei territori dell’Astigiano e del Chierese fin dal XIV secolo.
Negli Statuti di Chieri del 1432 sono protette in maniera particolare le vigne di “moscatello ossia arneis” (vites noscatelli sive ranaysii), mentre a Buttigliera d’Asti lo Statuto disponeva che al contrario degli altri vini, per i quali era stabilito un prezzo fisso, i vini noscatelli seu renesi potevano essere venduti a qualsiasi prezzo, dopo essere stati certificati dai responsabili del Comune.
Gli Statuti di Mondonio, località nei pressi di Castelnuovo don Bosco, del 1468 citano l’Arneis senza privilegio alcuno.
Un contratto del 1442 stipulato fra i Pallidi di Asti, nomina una vigna di ben nove giornate, quasi tutta di reneysii, sita al Poggio dei Pallidi, nella zona che ora appartiene a Portacomaro, il che confermerebbe un sincero apprezzamento del vitigno. Se si pensa che tale famiglia aveva anche sin dal ‘300 potere e terreni in quel di Castellinaldo, si può avanzare l’ipotesi che scambi di vitigni avvenissero nei loro feudi.
In un documento del 1528 ritorna la vigna citata nel 1478 a Canale in località Renesio, e questa volta riporta la specificazione di “vinea moscatelli et renexij” di proprietà dei Roero di Monticello, consignori di Canale. Ancora con questo ramo dei Roero il nome ritorna nel 1572 con la località Renesium, sita presso gli airali superiori di Monticello: sembra plausibile supporre che il vitigno provenisse proprio dai territori di Canale. Anche in questo caso la troviamo in compagnia del moscatello, e viene facile credere che talvolta le uve fossero unite nella pigiatura a costituire un unico vino, come risulterebbe anche dai successivi libri di cantina dei Roero.
Testimonianze successive riportano la medesima località con il nome mutato in Ornesio che si avvicinerebbe alla denominazione del vino fra ‘700 e ‘800: Arnesio o Arneis .
Ancora oggi qualche vecchio viticoltore ricorda come fosse diffusa la pratica di impiantare qualche vite di Arneis tra quelle più pregiate di Nebbiolo, per scongiurare i danni arrecati dagli uccelli e dalle api che attirati dalla dolcezza e dal profumo dei suoi grappoli, lasciavano il nebbiolo, che aveva un maggior valore sul mercato delle uve.
Nelle pubblicazioni specializzate non si trovano citazioni e riferimenti all’Arneis, poiché è stato quasi del tutto ignorato dai vari ampelografi.
Il Garaglio lo cita impropriamente con il nome di Bianchetto e Bianchetta, vitigno a bacca bianca, senza un pregio particolare, diffuso e coltivato sporadicamente in tutto il Piemonte nell’800.
Le prime citazioni di questo vitigno risalgono al 1877, nel “Saggio di Ampelografia Universale” dell’ampelografo il conte Giuseppe di Rovasenda, nativo di Verzuolo, Cuneo, riconosciuto come il più autorevole ampelografo piemontese del 1800, anche a livello europeo.
Altre informazioni: Ha trovato soprattutto nella zona del Roero la sua terra privilegiata, alla sinistra del fiume Tanaro.
Germoglia nella terza decade di aprile.
Preferisce terreni leggeri e sabbiosi e produce in maniera buona ed abbastanza regolare.
E' possibile eseguire anche una ricerca in ordine alfabetico se non si è sicuri dell'origine di un vitigno in prticolare, oppure utilizzare questo modulo per inserire la parte iniziale del nome:
Le informazioni sulle origini e caratteristiche dei vitigni sono state tratte dalle seguenti fonti:
Prenota anche con Whatsapp o Telegram!
a Roma Nord, nel cuore del Fleming
18.30 - 20.300