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Vitigno a bacca bianca di origini incerte, citato già nel 1495 dal De Crescenzi, poi dal Trinci (1723) e dall'Acerbi (1825) e molti ampelografi francesi ne supposero la presenza nei vigneti del sud della Francia. Rimane il fatto che l'Alionza viene coltivata nelle province di Bologna e Modena da moltissimo tempo, insieme ad altri vitigni nelle famose 'alberate', un sistema oggi in uso quasi esclusivamente in Campagna per la coltivazione dell'Asprinio di Aversa.
Nel bolognese quest'uva è conosciuta anche come Uva Schiava, probabilmente per la possibile antica provenienza dai paesi slavi, o per il tipo di potatura a filari, utilizzato a volte in alternativa a quello espanso delle alberate. Altri sinonimi di questo vitigno sono 'Aleonza', 'Glionza', 'Uva Lonza' e 'Alionga Bianca del Bolognese'.
Non è menzionata in nessuna delle denominazione di origine regionali, ma è ammessa in uvaggio nelle due province dove viene coltivata. Ha foglia media, pentagonale e pentalobata. Il grappolo è grosso, di forma piramidale allungata, a volte con un'ala grande o, raramente, con due, mediamente spargolo, con acino grosso, di forma sferoidale, buccia pruinosa, spessa e consistente, di colore giallo e con ombelico ben visibile.
Altre informazioni: Predilige terreni sciolti, caldi e collinari, potatura lunga e genera una produzione regolare. Tollera abbastanza bene l'oidio, la botrite e resiste bene agli acari e alle brinate. In annate particolarmente difficili può essere soggetta ad acinellatura dolce.
E' possibile eseguire anche una ricerca in ordine alfabetico se non si è sicuri dell'origine di un vitigno in prticolare, oppure utilizzare questo modulo per inserire la parte iniziale del nome:
Le informazioni sulle origini e caratteristiche dei vitigni sono state tratte dalle seguenti fonti:
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a Roma Nord, nel cuore del Fleming
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